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I feedback relazionali

Feedback significa “azione di ritorno” (retroazione).

Nell'ambito delle relazioni umane, con il concetto di feedback si intende qualsiasi gesto, comportamento, espressione (contenuto) esplicito, implicito o metacomunicativo che scaturisca come risposta a uno stimolo emesso. Dobbiamo ricordare che, nelle dinamiche relazionali, ogni fattore espressivo è fonte di comunicazione e diviene stimolo emesso, a prescindere dalla consapevolezza e dall'intenzionalità. Anche la singola presenza passiva costituisce uno stimolo comunicativo. Nella pratica, gli stimoli comunicativi appartengono quasi a ogni cosa: un soprammobile particolare, un gesto, una scelta alimentare sono elementi che, in rapporto ai segnali di un'altra persona, definiscono segnalazioni della personalità, comunicano differenze valoriali e ideologiche, attivano evocazioni emotive o posture emozionali dirette, di repulsione o di attrazione (paura o curiosità evolutiva). Il sistema della comunicazione umana, composto da quella esplicita e dalla metacomunicazione, si consolida in ciascuna persona come dinamismo proiettivo; in esso, la lettura dei feedback diviene personale e modellata secondo la propria specifica postura emozionale di un dato momento.

Pertanto, l'oggettivazione dei feedback è impossibile se non contestualizzata nello specifico schema emozionale attivato in quel momento, dove lo stimolo/comunicato è una realtà unicamente per quei soggetti in azione, nella loro specifica condizione valoriale, che definisce quali comportamenti/comunicati siano feedback e quali non lo siano. Le componenti in gioco nell'emissione di stimoli/comunicati e nella percezione dei feedback sono le continue mutazioni di stato delle emozioni primarie. Accade quindi che ogni mutazione emozionale tra attrazione e paura cambia la direzione della percezione della persona nella ricerca dei feedback. Ogni individuo agisce e ricerca ciò che è attinente alle proprie mutazioni emozionali primarie. Pertanto, a prescindere dalla direzione della dinamica emotiva, la ricerca di feedback si conforma alla specifica dominante emozionale; abbiamo quindi che, se domina la paura, la ricerca dei feedback è orientata a identificare i segnali paurosi, mentre se domina la curiosità/attrazione, la ricerca dei feedback è orientata a identificare i segnali attraenti. Comprendiamo quindi che le dinamiche emozionali congiunte funzionalmente alle proiezioni guidano l'individuo a vedere ciò che il suo stato emotivo chiede di verificare; è questo ciò che non rende equivalenti la percezione e la realtà.

I feedback distorti

Per quanto abbiamo compreso finora, l'individuo, inconsapevolmente, è in grado di selezionare le caratteristiche dei feedback che riceve, in base alla dominante emozionale di ogni istante. Risulta quindi intuitivo che una scorretta o distorta percezione della propria emozionalità determina un'analoga scorretta e distorta percezione della realtà dei feedback che l'individuo ha focalizzato. Senza dimenticare che ogni fattore della comunicazione è funzionale (quindi non positivo o negativo), ogni interpretazione della realtà permette all'individuo di riconoscersi, collocarsi, definirsi. Questo sistema, se guardato in un'ottica temporale e prospettica, ci permette di osservare un'importantissima coerenza tra l'identità esperienziale della persona e come, nella propria vita, le dinamiche emotive guidano la conferma di tale identità. Accade quindi che un individuo con un'identità caratterizzata in una certa direzione difficilmente svilupperà esperienze incoerenti con la propria identità; la propria esperienza conferma le proprie dinamiche emozionali, che focalizzeranno il riconoscimento solamente di un certo tipo di feedback, definendo solamente un certo tipo di realtà. Fondamentalmente, nell'ambito delle sofferenze umane, questo prospetto diviene un circolo vizioso, sempre inconsapevolmente autoreferenziale. Implicitamente, possiamo comprendere che, nel caso in cui l'identità della persona sia costruita su un modello emotivo con dominante della paura, l'individuo strutturerà comportamenti e conseguenti interpretazioni di feedback basati sulla ricerca di conferme del proprio stato emotivo, e la realtà che egli vivrà confermerà e riprodurrà la sua sofferenza. Nessuna attività intellettiva, cognitiva o morale lo potrà aiutare.

 

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