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Le dinamiche eroiche

Nell'introdurre quest'ambito articolato di comportamenti, possiamo richiamare i comportamenti di Don Chisciotte, dove la metafora del cavaliere errante assume in pieno i simbolismi del comportamento reale della persona. La figura del cavaliere incarna colui che, nel conseguire un bene superiore, rinuncia di fatto a una vita propria, illudendosi che il proprio agire sia autentica realizzazione di sé. Questo stato di rappresentazione assolutamente ideologico e astratto non considera la realtà e non riconosce l'assenza di un reale nemico. Il bisogno di conseguire il cavalleresco bene superiore spinge la mente a proiettare come nemico qualsiasi oggetto che figurativamente si presta a questa simbolizzazione. Ovviamente, qualsiasi attività spinta da ideologia e proiettivamente incoerente con la realtà è destinata a naufragare nel fallimento. Il cavaliere comunque non riconosce la vacuità del proprio agire e continua a proiettare nella propria mente l'ostacolo da superare. Don Chisciotte, anche nella sfera dell'amore, produce la medesima rappresentazione, identificando la propria amata come donna sublime quando in realtà è una prostituta da bordello e, ovviamente, non ha alcun rapporto concretamente appagante.

È interessante ora comprendere che questa complessa dinamica non è affatto rara, anzi, permea molti ambiti della nostra vita, ma non dobbiamo commettere l'errore di collocarla moralmente come giusta o sbagliata. Iniziamo con l'identificare come la persona, davanti a una situazione, sente il bisogno o viene indotta a produrre uno stato rappresentativo di sé. Come già citato per il dinamismo della performance, l'individuo che riceve da bambino un addestramento negatorio su alcune aree dell'esperienza, crescendo, rileverà le conseguenti lacune nella propria identità, che lo indurranno ad agire e comportarsi in modo da tentare di compensarle. Ricordiamo che questa sequenza avviene a livello inconsapevole. Le lacune dell'identità esperienziale vengono identificate e affrontate dalla stessa struttura biologica del nostro cervello, che attua e regolamenta i comportamenti appropriati per queste situazioni. In altre parole, quando l'individuo inconsapevolmente percepisce scarsa abilità in qualche ambito (se non vi sono specifiche inibizioni), gli schemi di sviluppo dell'identità cerebrale lo inducono a reiterare e riaffrontare le aree di inadeguatezza rilevate al fine di compensarne la mancanza di funzionalità ed efficacia.

L'individuo che inconsapevolmente focalizza un bisogno di compensazione non sempre può agire la compensazione diretta delle lacune esperienziali, in quanto dette lacune provengono e appartengono ai modelli emotivi genitoriali. Pertanto, è facile intuire che qualsiasi compensazione venga attuata non potrà colmare distorsioni o traumi avuti da altre persone (genitori). Ricordando che il bisogno di compensazione è attivato da forti dinamiche della paura del modello emotivo primario, comprendiamo che la persona si trova praticamente obbligata ad assumere comportamenti idonei. Essi vengono ovviamente tratti dal panorama comportamentale proposto dal contesto culturale nel quale la persona è inserita; questa focalizza gli stereotipi adatti a rappresentare la compensazione di cui ha bisogno. Generalizzando, possiamo paragonare Peter Parker (Spiderman) nel suo personaggio perennemente inadeguato che attraverso i superpoteri supera e compensa la profonda sensazione di impotenza e di limite, trasformandolo in un uomo che potrebbe essere felice, ma che di fatto non lo potrà mai diventare. L'impossibilità del conseguimento della felicità altresì per l'uomo comune della compensazione delle lacune di modello emotivo si fonda sul fatto che i dinamismi eroici focalizzano l'evoluzione sulla negazione e sul sacrificio: nessuna negazione può produrre esperienza emotiva, se non distorta.

Nella quotidianità, il comportamento eroico si attua nelle più disparate aree, per esempio:

  • una madre che, convinta di agire nel bene, limita la propria libertà e si sacrifica per i figli, trasferendo loro il carico emotivo conseguente (negatorietà);
  • un imprenditore che focalizza nel successo della propria impresa il proprio personale valore, attuando dei comportamenti di sacrificio e impegno che, da un lato sviluppano l'azienda, ma dall'altro, nel tempo, affaticano ed esauriscono le risorse vitali dell'imprenditore stesso;
  • un uomo/una donna che per amore adotta comportamenti straordinari che dopo la conquista della persona amata non potrà mantenere, predisponendo quindi implicitamente lo svuotamento del senso dell'innamoramento;
  • un uomo/una donna che per amore sacrifica le proprie aspirazioni e i propri sogni nell'intento di conformarsi alle presunte aspettative del partner, svuotandosi di motivazione e gettando le basi per il disorientamento del rapporto sentimentale.

Riassumendo, le dinamiche eroiche sono stereotipi comportamentali assunti sulla spinta delle dinamiche della paura del modello emotivo primario con lo scopo funzionale di compensare le lacune esperienziali che reiterano le stesse dinamiche della paura. Essendo, però, le dinamiche eroiche rappresentazioni ideologiche, astratte e sacrificali, non produrranno alcuna compensazione delle lacune e alcun superamento delle paure. Don Chisciotte lotta contro i mulini a vento.

 

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