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La relazionalità

In questo paragrafo, andiamo a illuminare un concetto tanto banale quanto in realtà assai complesso. Nelle convenzioni del pensiero comune, la relazionalità si concepisce come il rapporto tra due o più persone, che, in qualche modo, comunicano e socializzano. In una visione più reale dei dinamismi della mente, la relazionalità rappresenta un panorama molto più esteso. La relazionalità, come sistema funzionale, “vive” in ambienti differenti, nelle aree della vita e dell'esperienzialità dove la persona opera. In ciascuna area, gli elementi che caratterizzano la relazionalità sono:

Le tre aree qui descritte costituiscono l'attivazione mentale automatica che stabilisce in che modo si comporterà la persona in una data situazione. La relazionalità include, sostanzialmente, una scala percettiva delle cose, dei luoghi, delle persone eccetera. Pertanto, la relazionalità comprende l'insieme della percezione che l'individuo ha del proprio contesto e dei contesti in cui va a muoversi, non solo sul piano sociale, ma anche ambientale. In questi due ambiti l'individuo vive e applica una grande quantità di valori attribuiti, emotivamente sentiti e confermati attraverso la propria attività proiettiva. La relazionalità rappresenta quindi una concatenazione nella quale il rapporto tra le persone è reso più complesso dal fatto che ogni singolo individuo o gruppo è collocato in un determinato contesto, che viene percepito e valutato con scopi e intenzioni (consapevoli e non).

Una volta compreso che la relazionalità è un sistema articolato di percezioni e attività proiettive, il rapporto tra due persone perde il carattere di “momento” comunicativo, divenendo, al contrario, l'esito di un processo nato e sviluppatosi in un certo tempo. Quando le persone comunicano, attuano contemporaneamente l'esito e la verifica della propria attività proiettiva che ciascuno attribuisce all'altro e ne ricava conferme o negazioni compatibili con il proprio assetto precostituito. In altre parole, nella relazione tra due persone abbiamo l'attivarsi sotterraneo di un complesso “palleggio” di intenzioni precostituite dall'attività emotiva e proiettiva.

Relazionalità negatoria
La negatorietà ha un peso significativo nella struttura culturale e nelle dinamiche emozionali correlate. Nei dinamismi della relazionalità essa determina una forte deviazione nell'attività proiettiva e diviene un orientamento nella formulazione delle intenzioni inconsapevoli del comportamento. L'individuo che ha ricevuto un addestramento negatorio vive e agisce in un continuo contaminarsi, nella sua percezione delle cose, con questa precostituzione e i suoi comportamenti possono sembrare addirittura privi di questa intenzione. La mente struttura sempre pensieri e ragioni a legittimare l'attività emotivo-proiettiva.

Relazionalità come rappresentazione di sé
Ogni individuo spende un certo tempo nell'indagare, comprendere e interpretare la propria identità intesa come immagine di sé. La relazionalità, con i suoi effetti di azione e feedback, rappresenta un terreno particolarmente adatto in cui la persona agisce per costituire un'immagine di sé secondo le proprie necessità. Nei paesi occidentali, troviamo complesse strutture del comportamento specificamente prodotte per la modellazione di una specifica immagine di sé. Questa apparente banalità contiene alcuni fattori interessanti; spicca su tutti il fatto che l'esigenza di costituire una specifica immagine di sé è l'indicatore di una condizione di instabilità e frustrazione. L'individuo emotivamente in difficoltà focalizza il bisogno di essere diverso da quello che è e individua il percorso per una modifica della propria visione di sé. Da notare è il fatto che, spesso, l'immagine di sé è strutturata sulla base dell'immagine che gli altri hanno di noi. In altre parole, l'immagine di sé rappresenta una sorta di “maschera” con la quale l'individuo in difficoltà attua una mimetizzazione tra ciò che è e ciò che, nella sua attività proiettiva, l'entourage gli chiede di essere per sentirsi accettato e accettabile.

Da approfondire in questo quadro vi sono i comportamenti e dinamismi seduttivi

 

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