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                                  Cinetica e sviluppo del Modello Emozionale

 

Vediamo come avviene il processo di trasferimento e adattamento della matrice del Modello Emozionale. La nascita di un bambino è l'evento di definizione di un processo emotivo e comportamentale già in corso da circa un mese. E' noto che il bimbo, già dal nono mese inizia a registrare e reagire agli stati emotivi della madre. Con il parto, inizia la parte concreta di un fenomeno assai delicato e complesso che è la riproduzione della parte non fisica dell'essere umano.

 

In questa situazione, gli adulti confluiscono un'enorme quantità di aspettative, obiettivi, speranze e paure. Nei primi anni di vita del bambino, questa enorme quantità di sentimenti e di variazioni emotive primarie, sarà la linea guida del rapporto e della relazionalità che il bambino avrà con ciascuno degli adulti del suo ambiente. Da un lato abbiamo gli adulti che, individualmente, agiscono e si comportano per stimolare il bambino in una data direzione, dall'altro abbiamo il bambino bersagliato da stimoli che non può collocare diversamente se non in associazione con chi li produce. Questa attività può essere considerata simile all'“imprinting”, inteso però come trasferimento dei fattori culturali e linguistici dall'adulto al bambino. Il nuovo individuo, per effetto dell'imprinting della matrice emotiva, è quindi portato ad associare avvenimenti ed attivazioni emotive, da un lato, questo meccanismo avviene vissuto passivamente, in quanto non può ancora discriminare e comprendere le esperienze che lo riguardano, dall'altro perché le cose che vive e memorizza non hanno ancora un senso specifico come invece lo hanno per gli adulti.

 

Nei primi anni di vita, il bambino memorizza un'associazione tra avvenimenti ed emozioni in modo schematico; parole, concetti, contenuti, comportamenti si arricchiscono sempre più, verso il  raggiungimento della complessità linguistica dell'adulto. Questo avviene mantenendo però lo schema primario di percezione/interpretazione dei comportamenti che egli vede sente ecc., ma che ancora non governa perché è piccino e no autonomo. Il bambino, appena le condizioni lo permettono, inizia ad approfondire la codifica della matrice, ossia a “incasellare” le variabili di ogni ambiente e comportamento attraverso l'emulazione dei genitori e degli adulti che lo circondano. Naturalmente va considerato che ad uno sguardo superficiale, potrebbe sembrare che non sia così, e questo si deve al fatto della enorme incompletezza delle informazioni e esperienze che permettono al bambino solamente di riprodurre piccole porzioni di ciò che sta acquisendo, spesso così piccole e frammentate, che l'adulto non le riconosce affatto. Molte teorie affermano esplicitamente una specie di autonomia del bambino, affermando che egli non replica i comportamenti genitoriali, ma questo tipo di inquadramento, infatti, nasce molto tempo prima che si individuasse il fattore dominante della comunicazione non verbale e delle dinamiche emotive come elemento caratterizzante della crescita. Il ruolo dei genitori in questo processo e la loro influenza di trasmissione del proprio Modello Emozionale è proporzionale all'apertura o chiusura sociale del nucleo familiare; nelle famiglie nucleari, ad esempio,  il bambino vive in un'ampiezza di modelli limitata, mentre nelle famiglie “allargate”, ossia comunità dove la famiglia non si esaurisce con i genitori e i fratelli, il bambino può assorbire una maggiore varietà di modelli. Possiamo però affermare che, in generale, nella famiglia di tipo occidentale, fino alla pubertà, l'individuo emula eminentemente i genitori; ma non nella forma del comportamento bensì nel contenuto emotivo-comportamentale.

Fino all'età adulta, il figlio/a continuerà incessantemente ad applicare, testare e verificare gli schemi emotivi acquisiti, generando via via, una sempre più completa esperienzialità personale.

È naturale che, mentre nella prima fase della crescita, il tipo di assorbimento e sperimentazione del Modello Emozionale avviene principalmente in modo acritico, nella pubertà avviene un fenomeno continuo di adattamento del Modello stesso all'ambiente reale del soggetto; il Modello Emozionale dei genitori viene quindi ad adattarsi e personalizzarsi e in parte, differenziandosi.

 

Nell'adolescenza, il soggetto comincia a distinguersi e a sperimentare al di fuori della famiglia effettivamente il proprio Modello, ora eminentemente rivolto al contesto sociale; la famiglia, come banco di prova delle proprie proiezioni, passa in secondo piano.

 

È proprio in questo periodo che l'individuo comincia anche ad associare concretamente la nuova spinta sessuale con quella emotiva; tuttavia, poiché non ha esperienza con questo aspetto della relazionalità, la mente applica strategie particolari e si presentano fenomeni di sublimazione. Questi, hanno come presupposto l'impossibilità di realizzazione di una determinata relazione - un esempio classico è la giovane ragazza che si innamora della pop star o di figure maschili molto più adulte o realmente irraggiungibili (sublimazione amorosa). Questo tipo di dinamismo proiettivo avviene come strategia con l'obiettivo di creare una sorta di pre-allenamento, che può quindi iniziare a conoscere le proprie pulsioni “virtualmente”, senza necessariamente agirle subito e veramente, senza reti di protezione. In questo modo il giovane può imparare a gestire gradualmente i vari sentimenti e attivazioni che un contesto nuovo induce.  Nell'adolescenza, quindi, si può dire che l'eros viene sperimentato in modo preventivo anche se idealizzato, quindi un po' distorto, in vista di una reale applicazione nel proprio futuro sentimentale.  Con quanta intensità si reiterano questi dinamismi adolescenziali?  Questo dipende da quanto il Modello Emozionale sia basato su attivazioni a dominante Paura (emozione primaria) piuttosto che sulla Curiosità Evolutiva (emozione primaria). Quindi in base a quanto la percezione di sé è che si sia “capaci” di vivere esperienze in modo diretto senza insorgenze inibitrici. In altre parole, ogni possibilità di evoluzione del Modello Emozionale dell'individuo avrà tempi e modi diversi, in base a quanto sono ramificati l'abitudine e l'addestramento che determinano le attivazioni della emozione primaria della paura come dominante dell'arousal.

 

 

 

 

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