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                                               L'indipendenza emotiva

 

Come abbiamo trattato nelle pagine dedicate al tema delle proiezioni, delle emozioni primarie e dell'esperienza, possiamo ora inquadrare un chiaro punto di vista nel percepire la presenza o l'assenza di indipendenza emozionale. Ogni rapporto interpersonale in atto, configura continui dinamismi dove uno dei soggetti emette segnali e richieste e l'altro si trova nella posizione di dover rispondere. Tuttavia, come abbiamo compreso, nelle varie posture del Modello Emozionale familiare ci sono alcune condizioni che stravolgono questo elementare schema relazionale. Specificamente, quando il modello emotivo di una persona è mediamente orientato a percepirsi come vittima, la tendenza dei suoi comportamenti sarà quella di subordinarsi, agendo le proprie consuete dinamiche di paura/attrazione, attuando un depotenziamento e, trascendendo le richieste ricevute, si pone emotivamente come subordinato anche se gli venisse riconosciuto un valore elevato. Analogamente, quando il modello emotivo è orientato alla conflittualità, la tendenza dei comportamenti dell'individuo sarà quella di identificare gli elementi di attrito, che attiveranno specifiche dinamiche di paura/attrazione, per cui la persona si trova emotivamente subordinata e, pertanto, aumenteranno le pressioni da cui scaturiranno i conflitti. Quando invece il modello emotivo è orientato marcatamente alla seduttività, la tendenza dei comportamenti dell'individuo sarà quella di focalizzare la necessità di farsi riconoscere e apprezzare, subordinandosi emotivamente alla valutazione/feedback, determinando un loop che incrementa il bisogno di approvazione e l'attività seduttiva stessa. Al contrario, se il modello emotivo è orientato alla valorizzazione di sé, la tendenza dei comportamenti dell'individuo sarà quella di focalizzarsi sugli elementi proficui a soddisfazione/benessere, determinando una sostanziale indipendenza emozionale, che porta l'individuo a sviluppare la propria soddisfazione, senbza avere la spinta alla ricerca del feedback esterno.

In questo inquadramento, andiamo a comprendere che l'orientamento di impostazione del proprio Modello Emozionale tende a predefinire l'esito delle relazioni. Dobbiamo porre attenzione a non classificare come positivo o negativo un assetto del modello emotivo, poiché commetteremmo un errore di lettura delle funzionalità, rendendo inefficace l'interpretazione dei segnali e dei meta-segnali che la persona comunica. La postura mediamente assunta in un Modello Emozionale ha una funzionalità auto-riproduttiva e adattiva; pertanto, definirla come valida o non valida non risponde alla realtà, in quanto il processo di adattamento è attivo e funzionale.

Nel collocare il senso e il valore dell'indipendenza emotiva e le funzionalità del modello emotivo, dobbiamo comprendere che ciascun individuo vive in un doppio livello di soddisfazione: il primo legato alla riproduzione efficace del proprio modello emotivo, a prescindere dalla sua positività o negatività (funzionalità primaria); il secondo legato alla soddisfazione di un benessere del sé percepito, dove la serenità e l'equilibrio risultino appaganti. È facile notare che, frequentemente, questi due tipi di benessere risultano incompatibili, poiché, se la funzionalità primaria è delle prime tre tipologie presentate, il benessere percepito, per svilupparsi, richiederebbe comportamenti incompatibili con i modelli stessi. Concludendo, possiamo identificare che a permettere il conseguimento di un benessere, percepito come tale, è unicamente il modello emozionale tendente alla valorizzazione di sé. Pertanto, proprio per il carattere adattivo del modello emotivo stesso, l'identità esperienziale della persona, che conferma/consolida le posture del modello emotivo, può essere condizionata e fatta evolvere, attraverso il conseguimento di una maggiore indipendenza emozionale. Al contrario, l'assenza di indipendenza emotiva determina la maggior parte degli stati di sofferenza. Da un punto di vista pratico, possiamo identificare che l'indipendenza emotiva si configura come la differenza di posizione tra “il fare una domanda” e “il dare una risposta”; nel primo caso, essere attivi/proattivi, nel secondo, essere passivi/subordinati.

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