NON PSICOLOGICA

 

Sito di contenuti sul funzionamento

della mente umana

 

 

 

                                    Il moralismo competitivo come pratica nella psicoterapia

 

Quello che abbiamo compreso nelle altre pagine di questo sito di riflessioni, può trovare interessanti applicazioni, in modo positivo, qual ora la guida di questa strategia moralistico/competitiva  sia consapevole e strumentale. Usata con diversa intensità e abilità, la competizione tra persone che disputano un argomento può dare risultati interessanti, anche se purtroppo solamente cognitivi.

 

Le componenti usate per generare la comprensione di nuovi orizzonti del vedere, come abbiamo letto sono: lo stimolo competitivo nel cercare di capire i contenuti espressi

 

a patto che chi guida la interlocuzione cambi la logica di base frequentemente, portando l'altro a dover compiere uno sforzo cognitivo nel cambiare punto di vista e (magari) capire qualcosa in più.

 

A differenza del moralismo vittimistico, in questo contesto la persona che viene guidata, viene altrettanto giudicata implicitamente (e di solito non se ne accorge), ma siccome i contenuti di valutazione hanno una concreta coerenza, lo stato del paziente non viene portato verso il sentirsi vittima e quindi non si converte in carnefice. Al contrario, nel configurarsi di questo tipo di atteggiamento relazionale, la persona ha la sensazione di capire cose nuove e di avere della soddisfazione della interlocuzione. Si applica un moralismo guidato e positivo. Purtroppo però, da un altro punto di vista, il moralismo fa comunque parte di un sistema negatorio, nel quale il bersaglio viene ineluttabilmente giudicato e il giudicante esercita un potere morale effettivo, il ché non genera affatto sul paziente una visione di sé come di una persona capace e autonoma, per ovvie ragioni già citate.  Questa pratica tuttavia non nasce con la psicologia, bensì è stata sviluppata con successo nell'ambito della religione. I preti e i frati ne usano la struttura da secoli con grande successo. Ci sarebbe molto altro da dire si questa pratica ma non è questo il contesto appropriato.

 

 

 

 

 

Sito di divulgazione e pubblicazione culturale
I contenuti pubblicati in questo sito sono di proprietà intellettuale di Alberto Bonizzato
In collaborazione con: Laura De Biasi e D.ssa Maria Russo
Contatto: alberto@non-psicologica.org